Marcher sur l'eau
Diretto da
Nel Nord del Niger ogni giorno la quattordicenne Houlaye si allontana dal villaggio per procurare acqua alla sua famiglia. Insieme alle sue coetanee cammina per chilometri, costretta a sacrificare la scuola. Eppure nel sottosuolo di questa regione, tra le più colpite dal riscaldamento globale e dal conseguente abbandono della popolazione adulta alla ricerca di sussistenza oltre frontiera, è presente una falda acquifera di diverse migliaia di km². Grazie al sostegno della ONG “Amman Imman: Water is Life” il miraggio della costruzione di un pozzo diventa realtà. Sarà la stessa comunità, unita in questa battaglia vittoriosa, a gestire la nascente rete idrica destinata a collegare tutti i villaggi della zona.
La spinta iniziale verso il film è stata il risveglio dei miei ricordi d’infanzia: immagini di vita quotidiana, la brocca da cui bevevo, il fiume Niger dove a fine giornata ci si lavava… So che la questione dell’acqua, anche se non la percepivo come un adulto, era estremamente cruciale. Ho iniziato a scrivere di getto e la presenza della direttrice dell’ONG Amman Imman, un’antropologa che conosce bene la regione, è stata fondamentale. Nel villaggio sapevano del progetto del pozzo e questo ha favorito la nostra accoglienza. All’inizio facevo molte cose al buio: alcune persone non avevano mai visto una macchina fotografica, tanto meno un film. Inoltre sapevo perfettamente che in certe situazioni solo gli uomini parlano, e dunque ho fatto di tutto perché le donne e i bambini si esprimessero liberamente. Avevo saputo di Houlaye sin dall’inizio, un’adolescente che da sola si prendeva cura dei fratelli a causa della frequente assenza dei genitori. Così ho incentrato la storia su di lei: una ragazzina con le responsabilità di una donna, costretta a interrompere la scuola e a mettere a rischio tutta la sua vita futura. Era molto timida. Il primo giorno l’ho osservata di nascosto, poi con discrezione ho preso a filmarla con il cellulare, cogliendone la grazia e la profondità. Alla fine si è lasciata prendere dal gioco, dando anche indicazioni agli altri su come non guardare la telecamera o sulla sensibilità del microfono. È stata la mia prima assistente, oltre che una grande fonte di ispirazione!
Questo film è una combinazione di momenti rubati alla realtà e di altri suggeriti. Talvolta ho diretto Houlaye e gli altri come veri personaggi di un film di finzione, ma il mio approccio è rimasto documentaristico.
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