Die Oasis

Diretto da

Dieci anni dopo la catastrofe dell'impianto di Chernobyl, il regista russo Jurij Chascevatskij iniziò a cercare gli abitanti e le vittime dell'inquinamento radioattivo nelle aree contaminate della Bielorussia.

Per chiunque non abbia visto l'area intorno a Chernobyl con i propri occhi, è difficile credere che non si tratti di un luogo esclusivamente apocalittico. Lì, con la sua troupe, il regista ha incontrato persone straordinarie, in cerca di libertà. È proprio la libertà il soggetto del film, la libertà vera, sulla quale i politici non hanno potere e che non si può comprare. Questa è la ragione per cui tanta gente è venuta qui, dalla Moldavia, dal Tajikistan e dalle Repubbliche Transcaucasiche, persone che non credono più a niente, alle quali non è rimasto nulla.

Vivono lontano dalla nostra civiltà priva di armonia superiore, con le sue relazioni false ed opportunistiche tra le persone, con le bugie e le parole che da tempo si sono allontanate dallo spirito. Laggiù nella zona dove nessuno sembra aver bisogno di niente, si percepisce lo scorrere eterno del tempo. Nell'area naturale protetta di Poleskij che si allarga per un raggio di 30 Km intorno a Chernobyl, gli scienziati hanno coltivato verdure e frutta che si sono adattate alle radiazioni e si sono persino sbarazzate dei nuclidi radioattivi. E così gli esseri umani possono sopravvivere anche qui, come i protagonisti del film.

Dalla serie: Humans and the Environment (Gli esseri umani e l'ambiente) distribuito dal Goethe Institut.

Titolo tradotto
[L'oasi]
Genere
Documentario
Paese
Bielorussia
Anno
1996
Durata
58'
Energia

Energia

La grande protagonista di una difficile transizione che alimenta da sempre il dibattito ambientale con le sue dicotomie: fossile, nucleare, idroelettrica, solare, eolica, rinnovabile, non rinnovabile, pulita, inquinante.
Progetto Food on Film
Food on Film
Partners
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Associazione Cinemambiente
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In collaborazione con
Interfilm
UNISG - University of Gastronomic Sciences

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