10 Milliarden - Wie Werden Wir Alle Satt?

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Come ci nutriremo nel 2050 quando la Terra ospiterà circa 10 miliardi di persone? Alla luce delle future proiezioni demografiche, questo interrogativo pone un’importante questione rispetto al destino del Pianeta, già ampiamente sfruttato, e alla possibilità di sfamare un numero crescente di abitanti. Il regista esplora i metodi di produzione di cibo nel mondo, dalle “fabbriche alimentari” degli allevamenti intensivi e delle monocolture, all’agricoltura biologica e alle piccole produzioni di paesi in via di sviluppo. Vengono così sottolineate le profonde disuguaglianze tra una parte della popolazione mondiale, per la quale si produce in modo industriale una sovrabbondanza di cibo, molto spesso poco etico e salutare, a discapito della restante parte, ancora afflitta da fame e malnutrizione. La carenza di un’adeguata cultura alimentare comporta anche ingente spreco di cibo, vera e propria piaga delle società più ricche e dei moderni metodi di produzione e distribuzione industriale degli alimenti.

Titolo internazionale
10 Billion - What's on Your Plate?
Titolo tradotto
[10 Miliardi – Cosa c’è nel tuo piatto?]
Genere
Documentario
Paese
Germania
Anno
2015
Durata
103'
Casa di produzione
ThurnFilm
Lingue
Tedesco, Inglese
Note di regia
Note di regia

Perché girare un altro documentario sull’alimentazione? Ebbene, l’ho sentito quasi come un dovere nei confronti del pubblico. Nei numerosi dibattiti con gli spettatori, seguiti alla visione di Taste the Waste, si iniziava parlando delle date di scadenza dei prodotti per finire poi alla fame nel mondo, come vi fosse una logica insita nell'argomento. Era come se mi incaricassero di occuparmi di questo tema nel suo insieme, a partire dalla considerazione che qualcosa nel sistema produttivo non va e al chiedersi se non ci sia un'alternativa. Si avverte un crescente disagio rispetto ai metodi di produzione industriale e, seppur vengano proposte soluzioni, la questione viene ancora molto minimizzata o addirittura ridicolizzata. C’è bisogno di una maggiore informazione, in generale. La mia intenzione era quella di collocare il problema in una cornice più ampia, poiché ho sempre ritenuto che mangiare sia un atto politico!

Per me la domanda vera è: come nutrire tutti, quando le superfici destinate all’agricoltura sono sempre più ridotte? È un problema gigantesco e complesso, specie da affrontare in 90 minuti. Ci siamo mossi nella contrapposizione di due posizioni distinte: la prima sostiene lo sfruttamento intensivo, la seconda ritiene che in questo modo venga compromessa la fertilità dei terreni. Credo non ci siano soluzioni su larga scala, ma che si possa agire globalmente, mangiando localmente. Mi ha molto colpito la storia di Fanny, una contadina del Malawi che mi ha chiarito quanto le soluzioni high-tech non considerino la moltitudine di persone che muore di fame o è malnutrita. Un’alternativa, anche se non immediata, consiste nelle coltivazioni miste su tre livelli, capaci di dare frutti sia negli anni di siccità che negli anni di pioggia. Soluzioni che non danno guadagno alle grandi multinazionali…

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Un tema vitale nelle sue tante sfaccettature: coltivazioni industriali, agricoltura rigenerativa, diete vegetariane, allevamenti intensivi, alimentazione sostenibile, carne sintetica, spreco alimentare, consumi responsabili…
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