Legacy, notre héritage

Diretto da

Dodici anni dopo il film Home, il fotografo Yann Arthus-Bertrand mostra il Pianeta sempre più sofferente: l’umanità disorientata ha mentito a se stessa per decenni, incapace o non disposta a prendere sul serio la minaccia che sta affrontando.

Oggi nessuno può ignorare la catastrofe ecologica in corso. Nella sua ricerca di trasformare, dominare e deviare l’energia, l’essere umano ha alterato l’ordine naturale delle cose. È in gioco la nostra stessa sopravvivenza sulla Terra e ne siamo tutti responsabili. Yann Arthus-Bertrand ci offre la sua eredità, che è anche la nostra. Dietro la bellezza delle sue immagini si nasconde un potente grido di dolore. Legacy ci fornisce le ragioni e il coraggio per affrontare questa verità: tutti dobbiamo riavvicinarci alla natura e agire per il Pianeta e per il futuro dei nostri figli.

Titolo internazionale
Legacy
Titolo tradotto
[Eredità]
Genere
Documentario
Paese
Francia
Anno
2021
Durata
100'
Casa di produzione
Calt Compagny, Hope Production, M6 Films
Lingue
Francese
Note di regia
Note di regia

Testimoniare la bellezza della Terra per tentare di proteggerla non basta più. Certo, la sensibilità estetica di un fotografo può far riflettere in questo senso, ma oggi occorre agire concretamente, non solo testimoniare. E c’è una sola cosa da fare, che possiamo fare tutti: consumare meno. Occorre guardare in faccia la realtà, dobbiamo ridurre i consumi di energie fossili – carbone, petrolio, gas – e puntare alle energie rinnovabili. La nostra economia dipende ancora troppo da loro. Inoltre dobbiamo consumare meno carni di allevamenti intensivi, rispettare e proteggere la biodiversità.

L’uomo ha perso progressivamente il senso della vita, credo sia necessario ritrovare, e farsi guidare, dall’amore per la vita. Per salvare il mondo dobbiamo tutti rimboccarci le maniche e guardare in faccia la realtà, non c’è più tempo. Non stiamo parlando di qualcosa che potrebbe forse accadere tra due o tre secoli. Le prime vittime del surriscaldamento saranno i nostri figli e i nostri nipoti, occorre invertire subito e in modo significativo la rotta. La rivoluzione ecologica non partirà certamente da decisioni politiche perché chi ci governa viene eletto proprio per mantenere lo status quo. Non sarà scientifica, poiché gli scienziati ancora non sanno come sostituire con altre fonti energetiche i 100 milioni di barili di petrolio che l’uomo consuma ogni giorno. E non sarà neanche economica finché non verrà seriamente rimesso in discussione il dogma della crescita infinita. Per cambiare il mondo serve una trasformazione ben più profonda, una sorta di conversione. Non ci sarà una rivoluzione ecologica senza una rivoluzione spirituale che parta dall’amore, per la vita e per il mondo.

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Energia

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La grande protagonista di una difficile transizione che alimenta da sempre il dibattito ambientale con le sue dicotomie: fossile, nucleare, idroelettrica, solare, eolica, rinnovabile, non rinnovabile, pulita, inquinante.
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