Return of the Star People
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É possibile che la civilizzazione della terra sia iniziata con l'aiuto di una visita degli alieni – e che questi visitatori tornino per vedere come stiamo procedendo? Sarà difficile liquidare l'argomento come pura fantasia o fantascienza dopo aver sentito le avvincenti argomentazioni di Nabil Shabans.
Approfondimento
A proposito di Return of the Star People
Zentropa Real Dogumentary
L'affermazione di massa del documentario, che ha oramai raggiunto a suo modo un certo equilibrio, entrando da alcuni anni a condividere una parte rilevante del mercato cinematografico tradizionale e imponendosi sempre di plú in ambito televisivo (specialmente satellitare), è stato un evento tra i più discussi degli ultimi tempi. Guardando al numero di produzioni di ogni sorta, in crescita esponenziale, dove spesso buoni film si mescolano con prodotti improvvisati e scadenti, si può avere la misura di come il documentarismo stia cercando, tramite la stimolante dialettica generazionale di vecchi e nuovi autori, di trovare riferimenti formali, punti fermi da cui muoversi per rappresentare al meglio gli argomenti del proprio tempo, procedimento che avviene sul campo, con la pratica, spinto e sorretto da singoli, ma, come la quantità di realtà presenti sul campo può far presentire e come nel passato è accaduto dove l'attività e il dibattito hanno avuto un certo spessore, senza la comparsa di vere e proprie “scuole” (nel più ampio senso possibile) o movimenti.
L'eccezione che presentiamo al Festival [CinemAmbiente 2005] da un lato può in qualche modo sorprendere per un rigore che già abbiamo avuto il piacere di conoscere negli anni, dall'altro invece, riflettendo con una certa attenzione, non ci resta che leggere questa esperienza come la più ovvia conseguenza di un percorso iniziato nel 1987 e affermatosi negli anni novanta. Il manifesto di Dogma 95 firmato da Lars von Trier e Thomas Vinterberg (Copenaghen 13 marzo 1995), e ovviamente le opere ad esso legate, sono tra le affermazioni più rilevanti degli ultimi anni e come tali, insieme a inevitabili eccessi di entusiasmi e polemiche, hanno avuto come riferimento primario proprio il rapporto tra il cinema e la realtà. Unitamente al taglio politico, il “voto di castità” come ben sappiamo riguarda tutti gli apparati forti della messa in scena che assicurano la condivisa verosimiglianza narrativa della finzione e, generalizzando, l'essenzialità stessa del cinema. Rompere la mediazione tra le due sponde della macchina da presa o della telecamera, ha consentito ai film più riusciti di Dogma 95 di essere contemporaneamente film di fiction e documentario sul film stesso. I risvolti pratici e teorici necessiterebbero di discorsi ben più ampi, ma l'evidenza di una tensione verso un certo documentarismo è sempre stato un fattore determinante in questo contesto.
Per questi motivi il manifesto, The Dogumentary Rules, redatto e firmato da Lars von Trier nel maggio del 2001 che “regola” definitivamente l'approccio al documentario di Dogma, sembra quasi un atto dovuto e necessario a colmare un vuoto. Madre del manifesto “fratello” è la Zentropa Real, una sezione gemella della Zentropa diretta da Karoline Leth, che nel 2004 ha prodotto i sei film che proponiamo in blocco al Festival, Malgrado si tratti di opere che condividono procedimenti determinanti di messa in scena, e viste insieme non possono che rafforzare i motivi del movimento, ognuna di esse riesce ad affermare anche il taglio dei regista.
Argomenti e posizioni diversi che dimostrano come si possano bilanciare le ragioni dei singoli con il rigore delle rules; documentari “diversi” a cui vanno i meriti di alimentare il dibattito contemporaneo sul cinema documentario e di manifestarsi in maniera netta nell'inafferrabilità di un momento vorticosa, che il Festival CinemAmbiente è lieto di ospitare augurando molte altre produzioni.
Le regole di Dogumentary
- Tutte le location del film devono essere rese note tramite un testo inserito nelle immagini. Ció costituisce un'eccezione alla regola numero 5. Tutti i testi devono essere leggibili.
- L'inizio del film deve delineare le idee e le intenzioni del regista. (Questo deve essere comunicato agli attori e ai tecnici del film prima dell'inizio delle riprese).
- La "vittima" del film dovrà parlare liberamente per gli ultimi due minuti. Questa "vittima" ne commenterà il contenuto e dovrà approvarne il finale. Se nessun collaboratore si opporrà, non ci saranno "vittime". Ciò verrà spiegato in un testo inserito alla fine del film.
- Ogni sequenza deve essere contrassegnata con 6-12 frames neri. (A meno che non siano sequenze in tempo reale, con presa diretta in una ripresa con più telecamere).
- Non sono ammesse manipolazioni del suono o delle immagini. Sono vietati filtri, illuminazioni creative o altri effetti ottici.
- Non sono ammessi effetti sonori estranei a quelli registrati in originale o viceversa. Colonne sonore aggiuntive o dialoghi non possono essere montati in post-produzione.
- Non si accettano rielaborazioni del soggetto o della regia degli attori. È proibita l'aggiunta di elementi scenografici.
- È proibito l'uso di camere nascoste.
- Non devono essere utilizzate immagini d'archivio o spezzoni che siano stati prodotti per altri programmi.
“Siamo alla ricerca di qualcosa che non sia né realtà né fiction… la fiction è limitata dalla nostra fantasia e la realtà è limitata dal nostro mondo interiore. Siamo alla ricerca di una parte del mondo che non può essere catturata in una "storia", oppure osservata da un solo punto di vista. Il materiale di cui siamo alla ricerca esiste nella vita reale, quella che ispira la creazione della fiction, la realtà che i giornalisti pretendono di descrivere. Ma loro non riescono a trovare quel materiale speciale, perché sono accecati dalla tecnica. E non sono neanche interessati a trovarlo, perché la tecnica stessa è diventata il loro obiettivo”.
Maggio 2001, Lars Von Trier
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